Cartelli bianchi e simboli: le proteste dei cittadini russi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Russia: proteste con i cartelli bianchi contro la guerra

panoramica moscow mosca cremlino russia

I cittadini russi per sfuggire alla censura protestano con i cartelli bianchi e simboli contro la guerra in Ucraina.

Molte manifestazioni sono state represse e molti manifestanti sono stati arrestati e incarcerati in Russia. Opporsi a quello che sta diventando sempre più un regime del Cremlino significa rischiare molto per la propria vita e libertà.

La propaganda di Putin sta facendo di tutto per controllare il dissenso e le proteste e lo strumento della censura è sempre più usato dal Cremlino. Il sito indipendente OVD-Info riporta che dall’inizio dell’invasione sono oltre 15mila i russi arrestati per aver partecipato a dimostrazioni per la pace.

Per sfuggire a tutto ciò, alcuni cittadini hanno iniziato a manifestare il loro dissenso contro il conflitto in Ucraina senza evidenti riferimenti alla guerra. In Russia diventa sempre più difficile per il popolo mostrare il proprio dissenso contro la guerra in Ucraina. Rischiando comunque l’arresto, alcuni cittadini russi hanno quindi deciso di “camuffare” le proprie proteste pacifiche contro la guerra.

Hanno iniziato così ad utilizzare cartelli bianchi o striscioni senza riferimenti apparentemente chiari al conflitto in Ucraina. Kevin Rothrock, giornalista di Meduza ha raccolto alcuni di questi cartelli. Alcuni sono cartelli bianchi altri riportano degli asterischi o altri simboli.

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Asterischi e simboli per evitare il carcere

Non mancano le multe se non arrivano gli arresti. Dmitry Reznikov ha ricevuto una multa di 500mila rubli (circa 480 dollari) per aver protestato con un cartello con disegnati alcuni asterischi. Il riferimento è alla frase “F**k war!”.

Reznikov è stato condannato per “aver screditato le forze armate russe”. Multa da 20mila rubli (190 dollari) per Marina Dmitrieva, per aver mostrato un cartello con scritto “Due parole” in russo, in allusione a “No war”.

A San Pietroburgo un manifestante è stato arrestato per aver esposto un cartello con scritto “NO!“. Sull’ultima lettera anche cinque linee orizzontali, che indicano la parola “voine”, cioè “guerra. Una ragazza invece è stata arrestata per un cartello con su scritto “Sesto comandamento. Non uccidere“.

Usare la parola guerra in Russia equivale a 15 anni di carcere, per questo molti cittadini stanno cercando i simboli più nascosti per protestare e manifestare il proprio dissenso contro questa guerra. La Russia continua a definire nella sua propaganda, quella che sta compiendo in Ucraina, un’operazione militare speciale”. Qualsiasi espressione che lascia intendere l’inizio di una guerra in Ucraina è considerata da Putin e dai suoi fedelissimi una “notizia falsa” o “diffamatoria”.

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ultimo aggiornamento: 23 Marzo 2022 12:36

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